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L’idea muove da uno slancio d’immaginazione che sbalza dall’affresco le donne ammantate per vederle danzare libere negli spazi espositivi del museo e negli spazi urbani. Seguendo questa suggestione, il festival svilupperà un continuum di azioni abitative degli spazi del polo museale cittadino, degli attrattori culturali e di una serie di spazi urbani di Ruvo di Puglia. LE DANZATRICI en plein air svilupperà un'ampia riflessione dedicata all'archeologia della danza, intesa come indagine antropologica sull'origine del gesto, sulle stratificazioni e sedimentazioni di memorie, retaggi culturali ed esperienze che in una dimensione personale o collettiva lo influenzano e modellano. La riflessione sarà declinata su tre ambiti di ricerca: TERRITORIO, COMUNITÀ e RELAZIONI. Il focus del festival si concentrerà quindi su quelle esperienze artistiche animate da un forte interesse per l'orizzonte storico e culturale mediterraneo, le mitologie antiche e contemporanee, le comunità, lo studio dei fenomeni politici e sociali, la relazione con il paesaggio urbano e lo studio delle risorse organiche del movimento (peso, respiro, sguardo, spazio e relazione). La dicitura en plein air non indica soltanto la mera collocazione delle performance o di altre attività del festival in spazi non convenzionali all'aperto, ma insiste sulla dimensione di apertura al territorio e dialogo con le sue comunità, le architetture, gli spazi pubblici e la luce naturale. L'intento è cioè quello di portare la danza nella città e negli spazi dei musei, per creare cortocircuiti sociali e culturali, innovare la fruizione culturale del territorio, intercettare fasce di pubblico sempre nuove e attrarre nuovi flussi legati al turismo culturale e consapevole.
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